Domenico Mondo, da Capodrise alla Reggia di Vanvitelli - itMarcianise

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ARTE PERSONAGGI

Domenico Mondo, da Capodrise alla Reggia di Vanvitelli

Domenico Mondo

Oggi vogliamo parlarvi di un altro illustre esponente della pittura napoletana che nacque e visse tra la vicina Capodrise e Napoli. Stiamo parlando di Domenico Mondo, erudito artista il cui talento non ha mai ricevuto la considerazione dovuta nel corso degli anni.

Un artista poliedrico

Domenico Mondo nacque a Capodrise il 12 maggio del 1723 da Marco, illustre letterato e giureconsulto, e Irene Giannattasio. Grazie all’importanza di quest’ultimo, Domenico riuscì ad entrare nella bottega di Francesco Solimena, negli ultimi anni della vita dell’importante napoletano. La prima pittura del capodrisano non può che prendere spunto dall’ultimo periodo del maestro, che tornava al barocco napoletano di Preti e Luca Giordano. Impregnata di quel tenebrismo proprio dei suddetti maestri è la prima pala conosciuta di Mondo, San Marco e la Fede nella chiesa di Sant’Andrea a Capodrise, per cui realizzò anche la Madonna col Bambino e i ss. Andrea e Giovanni Evangelista, datata 1757. In questi primi dieci anni di attività già si può notare un’evoluzione stilistica che va dal chiaroscuro drammatico dei primi anni ad un più luminoso naturalismo.

Il disegno di una Pietà di Domenico Mondo
Il disegno di una Pietà di Domenico Mondo, conservata al Metropolitan Museum of Art di New York. Fonte: Sito del MET

Di ispirazione solimenesca è anche l’Assunzione della Vergine in S. Maria Assunta a Recale, vicina a quella del maestro nel duomo di Capua. La sua crescita come artista, comunque, ne rivela anche una grande poliedricità. Abbiamo, infatti, un suo corpus di 150 disegni che gli sono valsi il giudizio, agli occhi della critica, una maggiore considerazione in questo campo rispetto a quello pittorico. Domenico, inoltre, si dimostrò un brillante poeta. La sua Scelta di rime bernesche (datate tra il 1778 e il 1787) si ispirano alle poesie satiriche del toscano Francesco Berni. Di rilievo, inoltre, sono anche le poesie di stampo arcadico, molto in voga a Napoli in quel periodo.

Le difficoltà economiche della maturità di Domenico Mondo

Al 1752 risale la prima commissione documentata di Domenico Mondo a Napoli. Si tratta di un disegno del ritratto di Diego Pignatelli d’Aragona per una Relazione realizzata nella chiesa dei Ss. Apostoli in memoria del suddetto duca. Due anni dopo Mondo si recò a Roma su intercessione del padre, che lo spinse a procurarsi riproduzioni di Benefial, pittore polemico nei confronti dell’ambiente accademico. Quando Marco Mondo morì, tuttavia, Domenico, artista non ancora affermato, cadde in una profonda crisi economica, anche dovuta alla sua scelta di realizzare senza compenso quattro tele per la chiesa napoletana di S. Aspreno ai Crociferi, nel 1762, soltanto per accrescere la sua fama. In questo momento la sua vicinanza a Solimena e De Mura e alla pittura arcadica è massimo.

Domenico - Palazzo Mondo
Una sala del cosiddetto Palazzo Mondo. Fonte: Sito del palazzo storico

Lo sguardo verso la pittura barocca, tuttavia, è sempre vivo, come dimostrato nella tela raffigurante l’Incontro di s. Carlo Borromeo e s. Filippo Neri. La sua situazione economica si aggravò ancora di più quando scelse di vivere a Napoli e quando dal suo matrimonio con Teresa Giannattasio nacquero ben cinque figlie. Per questo motivo, Domenico riallacciò i rapporti con la sua terra d’origine e tornò a lavorare con più costanza. Agli anni ottanta del Settecento, infatti, sono databili lImmacolata e la Trasfigurazione nella chiesa del Ss. Salvatore di Recale e la decorazione di una sala del cosiddetto palazzo Mondo (che al contrario di quello che si crede non fu mai residenza dell’artista) a Capodrise, che mostrano una vicinanza stilistica al pittore Corrado Giaquinto, altro allievo di Solimena, il cui stile era filtrato dalle correnti coeve romane.

I primi riconoscimenti

Il ritorno di Domenico Mondo in Terra di Lavoro ebbe sicuramente lo scopo primario di essere coinvolto nel cantiere della Reggia di Caserta. Ed in effetti, grazie alla sua svolta classicista (mai totale), conforme con il clima della corte di Ferdinando IV di Borbone, la pittura di Mondo cominciò ad avere alcuni riconoscimenti come l’ingresso nella Reale Accademia del disegno e la chiamata nel cantiere della Reggia. La morte di Vanvitelli, tuttavia, rallentò il suo coinvolgimento e Domenico pensò anche di trasferirsi a Vienna, ma non riuscì mai nell’intento. Tra il 1778 e il 1780, però, riuscì finalmente a terminare la decorazione della sala delle Dame nella Reggia di Caserta. Negli anni successivi, inoltre, sempre qui affrescò il Trionfo delle armi borboniche sostenute dalle Virtù sulla volta del Salone degli Alabardieri e realizzò una serie di tele per l’Annunziata di Marcianise.

Domenico Mondo - volta del Salone Degli Alabardieri
L’affresco nella volta del Salone degli Alabardieri della Reggia di Caserta. Fonte: Profvarchetta

Negli anni seguenti Mondo fu molto attivo in diverse chiese del casertano e, in seguito alla morte di Giuseppe Bonito, direttore dell’Accademia, ricevette questo ruolo in coabitazione col tedesco Tischbein, sempre grazie all’intercessione di Daniele. La sua pittura, tuttavia, era stata ormai superata da una svolta decisamente neoclassica e questo ne decretò il suo definitivo tramonto. Stanco e malato, Domenico Mondo morì a Napoli nel gennaio del 1806. La sua arte, già ampiamente declassata, cadrà ben presto nel dimenticatoio.

Domenico Mondo, da Capodrise alla Reggia di Vanvitelli ultima modifica: 2019-07-15T12:06:29+02:00 da Luigi Bove

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