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CHIESE TRADIZIONI

La tradizione perduta della scampagnata a Santa Venere

scampagnata a Santa Venere - Chiesa Di Santa Venere

Pasqua è ormai passata e nella mente dei marcianisani un po’ meno giovani sovviene un’antica tradizione che era molto in voga fino a qualche decennio fa. Si tratta della scampagnata a Santa Venere, un’ulteriore occasione in cui le famiglie si riunivano per passare la giornata insieme in gioia e allegria, consumando gli ultimi avanzi di Pasqua.

‘A cchies e Santa Vennera

La chiesa di Santa Venere è un piccolo edificio di culto, probabilmente sorto su un rudere di un tempio romano situato sulla strada che univa Capua a Orta di Atella, nei pressi del Clanio. Questo piccolo edificio di culto, che ora versa in cattive condizioni ed è tutelato dal FAI, era il punto di riferimento per i contadini della zona che, come ci riferisce il professor Nicola Erboso, «si aggiustavano alla meglio e si recavano nella chiesa per ascoltare la santa messa». Le prime notizie della chiesa risalgono al 1600. Si racconta, infatti, che questo sito era custodito dai monaci della congregazione di San Vincenzo De Paoli (i cosiddetti Paulotti).

Scampagnata A Santa Venere
La scampagnata a Santa Venere era una tradizione radicata nella Marcianise di qualche decennio orsono. Fonte: Il Cassetto dei Ricordi

La sua denominazione è stata ed è oggetto di numerose discussioni. In molti infatti, concordano nel dire che Venere non è altro che il diminutivo di Veneranda, che nella credenza popolare sarebbe la sorella o la fidanzata del patrono di Marcianise, san Michele. Altri invece compiono una suddivisione in base alle fonti, specificando che la chiesa è riportata come Santa Venere in un documento del 1285, mentre lo storico Michele Monaco, avendo attinto da un Martirologio romano che riportava il nome di Veneranda, ha usato proprio questa denominazione per l’edificio sacro. Per i Marcianisani, comunque, resta e rimarrà sempre Santa Vennera.

Una tradizione perduta

In questo luogo molte famiglie marcianisane, poco dopo Pasqua, avevano come tradizione quella di fare una scampagnata proprio nei pressi della chiesetta, armati di tanta allegria…e tanti avanzi pasquali. Questa tradizione purtroppo è ormai desueta e, per molti versi, dimenticata, ma continua a vivere grazie alle testimonianze di storici come Erboso. Non solo.

scampagnata a Santa Venere - Strada per Santa Venere
La strada che conduce alla chiesa. Fonte: Marcianise Meravigliosa

Varie sono le storie che aleggiano intorno a questa piccola ma grande chiesa. Pare, infatti, che alcuni abitanti dei paesi confinanti avessero provato a rubare la statua lignea della santa, con carro trainato da buoi. Ma, secondo la leggenda, quando stavano per uscire dai confini di Marcianise, la statua diventò pesantissima, impedendo ai ladri di trafugarla. Questo avvenne perché la scultura non poteva lasciare la città, essendo centrale nel rituale della festa di San Michele. In questa occasione, infatti, la si portava nella piccola chiesa di San Giuliano (da non confondere con la chiesa madre San Giuliano) in processione. Poi era San Michele che andava a prenderla per portarla con sé nel Duomo.
Si racconta, inoltre, che la chiesa fu visitata dalla regina Giovanna, che si trovava a Marcianise per inaugurare la Fontana Borbonica, nel 1776. Ma quell’occasione, che doveva essere di giubilo, diventò tragica a causa di un assassinio che avvenne in seguito ad una rissa nel lazzaretto attiguo.
La Chiesa di Santa Vennera, insomma, è un luogo pieno di storia, ma anche di folklore e tradizione. Ed è necessario ricordarlo più spesso, affinché questa magnifica testimonianza architettonica non venga irrimediabilmente perduta.



La tradizione perduta della scampagnata a Santa Venere ultima modifica: 2019-05-01T10:35:14+02:00 da Luigi Bove

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