Paolo de Majo, il marcianisano allievo di Solimena - itMarcianise

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ARTE PERSONAGGI

Paolo de Majo, il marcianisano allievo di Solimena

Paolo de Majo - dipinto Processione Sul Gargano

Tanti sono gli artisti di grande valore e pregio che hanno lavorato nei luoghi più importanti di Marcianise, in particolare negli edifici di culto. Ma ce n’è uno che, oltre ad essere molto valido e apprezzato, era legato alla città anche dai suoi natali. Stiamo parlando di Paolo De Majo.

Allievo di Solimena

Paolo De Majo (o de Maio) nacque a Marcianise il 15 gennaio del 1703 da Giovanni Pietro De Majo e Ovidia Izzo. Quel che sappiamo della sua giovinezza è che fu tra i frequentatori più assidui della bottega di Francesco Solimena. Sebbene questa costanza non gli sia valsa una fama eccelsa, le commissioni, anche di pregio non gli mancarono mai. Gli insegnamenti del maestro lo portarono verso un raffinato equilibrio delle forme ottenuto attraverso l’utilizzo del chiaroscuro. Tra i primi lavori conosciuti di De Majo possiamo annoverare la Gloria di san Filippo Neri nella chiesa parrocchiale di Sant’Antimo e lo Sposalizio della Vergine, che si trova nella chiesa di san Nicola alla Carità di Napoli. Il 1734 è l’anno in cui furono terminate le prime opere marcianisane conosciute, le soprapporte del duomo e le opere dell’Annunziata. Per quest’ultima, De Majo realizzò la serie di profeti e delle vergini, La disputa tra i dei dottori della Chiesa e gli evangelisti. Il modello seguito, ovviamente, fu Solimena, che lavorò anch’egli nella Chiesa dipingendo l’Assunzione.

Paolo De Majo - dipinto intitolato Disputa tra i dottori della Chiesa
La Disputa tra i dottori della Chiesa, realizzata da De Majo per la chiesa dell’Annunziata di Marcianise

Agli stessi anni appartengo il Martirio di Santa Barbara, della chiesa omonima di Caivano e il SGregorio che invoca la fine della peste a Roma per la chiesa di S. Gregorio Magno a Crispano, dipinto in cui De Majo dimostra una straordinaria maturità nella rappresentazione dei corpi, sul modello della statuaria classica.

L’avvicinamento alla corrente arcadica

Gli anni successivi videro una virata della pittura di Paolo De Majo verso lo stile arcadico, in particolare quello di Francesco de Mura. Questo cambiamento appare evidente con la Madonna del Rosario di San Domenico a Bitonto del 1739. Un’altra influenza significativa per il pittore marcianisano fu la dottrina gesuita. I dipinti degli anni Quaranta (come la Pietà per il Duomo di Foggia ed il Miracolo di San Vincenzo Ferrer per la chiesa napoletana di Gesù e Maria) rivelano, infatti, la volontà dell’artista di voler conciliare le inclinazioni arcadiche con finalità didattiche quasi catechistiche, che rendono in pieno la personalità di un artista molto religioso e pio, particolarmente devoto alla Madonna. Questa pittura didascalica fu ulteriormente approfondita negli anni seguenti, soprattutto in altri due quadri marcianisani. Stiamo parlando del Sacrificio della messa e la Processione sul Gargano, realizzati nel 1743 per il duomo di San Michele Arcangelo.

Paolo De Majo - Piscina Probatica
Il dipinto raffigurante la Piscina Probatica, realizzato per il duomo di Marcianise nel 1759. Fonte: BeWeB

Paolo De Majo continuò ad essere molto attivo sul territorio campano. Realizzò, infatti, alcuni dipinti (purtroppo perduti) a Montecassino, oltre ad altri lavori a Santa Chiara, all’Annunziata e all’Immacolata di Capua. La considerazione ottenuta, fece sì che De Majo fosse scelto come uno dei docenti della rinnovata accademia borbonica di disegno.

L’amicizia con Alfonso Maria de’ Liguori

Non fu soltanto la dottrina gesuita, che lo portò al lanciare un rinnovato messaggio controriformista, l’unica influenza religiosa di Paolo de Majo. Il pittore marcianisano, infatti, strinse un fortissimo legame con Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dell’Ordine dei redentoristi. Questa amicizia è nota anche grazie a delle epistole che i due si scambiarono e che sono riportate nella biografia dell’autore, realizzata da Mario Alberto Pavone. In una lettera del 1765, in particolare, Alfonso incoraggia l’artista a terminare una Madonna in gloria e santi per la chiesa della Vergine del Campanile di Frasso Telesino. In questa occasione lo esorta a trasmettere il suo profondo amore per la Madonna anche al prossimo. Per il sacerdote, inoltre, Paolo realizzò una raffigurazione della Vergine per il frontespizio del volume pubblicato dal de’ Liguori nel 1750 col titolo Le glorie di Maria. Una Canzoncina di preghiera alla Vergine santissima, scritta dal pittore seguendo un chiaro modello alfonsiano, testimonia la sua partecipazione attiva nella vita religiosa coeva.

Paolo de Majo - Alfonso Maria De Liguori
Un ritratto di Alfonso Maria de’ Liguori. Fonte: Cssr

Paolo De Majo morì a Napoli il 20 aprile del 1784. Come abbiamo visto, fu sempre molto attivo ed ebbe molte commissioni importanti. E anche se la sua opera non ha lasciato una grande scia nella pittura napoletana del settecento, la sua ricerca ideologica e religiosa abbinata al suo indubbio talento di artista, andrebbe sicuramente rivalutata e approfondita.

Paolo de Majo, il marcianisano allievo di Solimena ultima modifica: 2019-05-13T10:02:08+02:00 da Luigi Bove

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